Cucina friulpugliese.

Stiamo andando a provare un locale che unisce la tradizione friulana con quella pugliese. Lo Chef è friulano, mentre il gestore è pugliese. Il connubio delle due culture culinarie si incontra alla trattoria Al Chianti, ristorante in centro storico a Udine. Allora vitellozzo noi si va… a provare la cucina friul-pugliese de Al Chianti. Prenotiamo un tavolo per venerdì sera.

Prima decidiamo di andare a fare un salto a Streeat Food. Il giro a Streeat Food ci delude però, perché sembra ci siano un numero inferiore di food truck rispetto alla scorsa edizione. Peccato. Ci risolleviamo il morale con una buona birra artigianale e col pensiero che di lì a poco saremo a cena.

La Trattoria Al Chianti è geolocalizzata in via Marinelli 4 a Udine.

Arrivati al locale, Cris anziché tirare la porta per entrare la spinge. Ci facciamo subito riconoscere. Non curanti della figura fatta entriamo nel locale e mentre il gestore ci accoglie e ci chiede se abbiamo prenotato ci guardiamo intorno anche per capire in quanti hanno notato la nostra entrata trionfale. Rispondiamo in coro: “abbiamo prenotato”. Il ristoratore sorridendo ci chiede “a nome?” Ah già, rispondiamo sorridendo “a nome Cristian”.

Chianti
Chianti

Il ristorante è molto curato e con uno stile molto accogliente. Andando al nostro tavolo abbiamo delle belle sensazioni. Cris mi si avvicina e mi sussurra all’orecchio: “Madonna Benedetta dell’Incoronata di Foggia Cinofila, mi sa che stasera non ce la caviamo con poco”. Sì, sì, è un principe. Poco male, per Luca e i suoi amici questo ed altro.
Mentre sfogliamo il menù ci viene chiesto se gradiamo delle bollicine; decliniamo l’offerta perché abbiamo ancora il gusto della birra sul palato. Accettiamo, invece, volentieri l’entrè di benvenuto.

Crostino con pomodorini, olio evo e sale
Crostino con pomodorini, olio evo e sale

Iniziamo a leggere in religioso silenzio il menù. È vario, ci sono antipasti, primi friulani e pugliesi, secondi di carne e di pesce. La scelta è difficile, è tutto molto invitante. Decidiamo di concentrarci sulla cucina pugliese. Cris esclama: “ho scelto”, io invece sono ancora indecisa e gli dico: “prendi tempo, leggi la carta dei vini mentre decido”. La lettura viene interrotta dall’arrivo del gestore per le ordinazioni. Cris guadagna tempo chiedendo informazioni sui vini mentre io cerco di decidermi. Finalmente possiamo passare alle ordinazioni.

Prendiamo un antipasto per due: “Il Salento e la Carnia”: un tagliere di salumi e formaggi pugliesi e carnici. Come primi: “Chiancaredde fatte a mano cu li Cime”  per me e “Chiancaredde fatte a mano cu la stracciatella e pummedori” per Cris. Di secondo io non prendo nulla perché voglio lasciarmi dello spazio per il dolce, mentre Cris sceglie la “Burrosa fumè”. Delle voci provenienti dal tavolo vicino dicono che le tartare di carne e di pesce sono fantastiche. Lo faccio notare a Cris che non si fa condizionare e rimane fermo sulla sua scelta.

Per accompagnare il tutto decidiamo di prendere due calici di “Primitivo di Manduria”, su consiglio del proprietario. Ordinazione fatta, piatti friul-pugliesi come antipasto e primi e un secondo di carne ad effetto sorpresa: “sarà pugliese o sarà friulano? Dal nome non lo capiamo.

L’antipasto non tarda ad arrivare, un meraviglioso tagliere con tanto ben di Dio sopra. Abbiamo già le forchette in mano e scalpitiamo mentre la cameriera ci consiglia l’ordine di degustazione. Cris annuisce e non vede l’ora di cominciare; io invece ascolto attentamente perché so che dovrò ripetere a Cris da dove partire. La cameriera non fa in tempo a voltarsi che come previsto Cris mi chiede: “da dove si inizia?” Provo a ripetere il tutto, ma mi perdo, gli dico che la cosa fondamentale è lasciare alla fine la “ricotta squant” che scopriamo essere una ricotta dal gusto forte.

Il Salento e la Carnia
Il Salento e la Carnia

Affettati, formaggi, verdure sott’olio, composte fatte in casa: un viaggio nei sapori e nei territori. Come consigliato concludiamo con la “ricotta squant” che ci lascia una sensazione strana sul palato. Cris dopo averla mangiata non riesce a parlare, tenta di esprimersi a gesti ma non capisco. Alcuni sorsi di vino lo aiutano e mi dice: “ho la bocca asciutta e la lingua felpata”. Dò un morso alla tartina e attendo l’effetto: indubbiamente il gusto della ricotta è molto forte e azzera tutto il resto. È da provare e poi mi racconti  l’effetto che ha su di te.

Arrivano i primi, la bellezza e la bontà delle chianchiaredde viene arricchita dai piatti di ceramica tradizionale pugliese in cui sono servite e che emergono in tutta la loro bellezza una volta ripulito il piatto.

Chiancaredde fatte a mano cu li Cime
Chiancaredde fatte a mano cu li Cime
Chiancaredde fatte a mano cu la stracciatella e pummedori
Chiancaredde fatte a mano cu la stracciatella e pummedori

Coi primi finisce anche il primo calice di vino di Cris che ne ordina un altro, sempre primitivo, da gustare con la carne.

È il momento di scoprire cos’è la “Burrosa fumè”, che è servita in un piatto coperto da un coccio che ci ricorda la forma di tetto di trullo con un buco in cima da cui esce del fumo. Alzando il coccio il fumo si dirada ed appare la burrosa; la cameriera aggiunge un pizzico di sale, una spolverata di pepe e un filo di olio evo. Siamo pronti per la degustazione. La cottura della carne è al sangue e si taglia con un grissino e appena arriva in bocca si scioglie come burro, una meraviglia. Non abbiamo capito se è una specialità tipicamente pugliese, ma quello che possiamo dirti è che era buonissima.

Burrosa fumè
Burrosa fumè

Siamo a fine cena e non possiamo farci mancare il dolce. Cris rimane fedele al suo nuovo credo “primitivo ora e per sempre” e prende “Taralli dolci con Primitivo di Manduria”, io scelgo un “Sorbetto alla fragola con latte di cocco”. Tu dirai ma come sorbetto, guarda la foto. Secondo te ne è valsa la pena?

Taralli dolci
Taralli dolci
Sorbetto alla fragola
Sorbetto alla fragola

Cena conclusa, pancia satolla.
Per la qualità del cibo, del vino, la competenza del personale, l’ubicazione del locale, lo reputiamo un conto più che giusto

Quanto abbiamo speso alla Trattoria Al Chianti? Comprensivo di acqua, vino e dolce il conto è stato di 81,50 euro a cui è stato applicato un graditissimo sconto simpatia dopo alcune chiacchiere col gestore.

Indubbiamente non è un ristorante in cui possiamo andare ogni sera, ma la qualità e la cortesia del personale di questo locale secondo noi merita.
Luca, siamo sicuri che se porti qui i tuoi amici loro ti ringrazieranno; se poi paghi tu saranno molto felici e se vuoi portare anche noi ci torniamo molto volentieri, siamo liberi.

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