Questa nuova esperienza l’abbiamo voluta vivere rimanendo in città, in un locale storico di Udine.
Ti è mai capitato di entrare in un locale e sentirti subito a tuo agio?
Di trovarti in un ambiente caldo e accogliente, elegante ma non troppo?
Vuoi sapere dove?
E te lo diciamo molto volentieri! Siamo stati all’Antica Maddalena in pieno centro, a due passi dalla bellissima piazza Matteotti.
Antica Maddalena è geolocalizzata in Via Pelliccerie, 4, Udine.
La cameriera che ci accoglie con un sorriso, verifica la nostra prenotazione e mentre ci conduce al nostro tavolo, che si trova al piano superiore, ci chiede gentilmente se vogliamo lasciare le giacche nell’apposito guardaroba.
Poi arriviamo al tavolo e troviamo dei bellissimi tulipani gialli, freschi e profumati, appoggiati su un tavolino a parte che funge da separè con l’altro tavolo.
È un dettaglio bellissimo quello di trovare dei fiori freschi.
Piccole attenzioni, che fanno la grande differenza, come la tovaglia di cotone bianco cangiante e la candela accesa a illuminare il tavolo; un’atmosfera rilassata resa ancora più gradevole da una piacevole musica di sottofondo ad accompagnare la serata.
E inizia così la nostra nuova food experience in questa osteria con cucina in centro storico a Udine. Allacciati il tovagliolo 😉 e seguici.
Il ristorante propone un menù di pesce e uno di terra, e non manca qualche extra menù fresco di giornata.
Per non farci mancare nulla e perché, come forse avrai capito, ci piace sia il mare che la terra ☺ decidiamo di provare pietanze sia di uno che dell’altro. Mai mettere limiti alla divina appetitanza (coniamo questo nuovo termine che chiederemo all’Accademia della Crusca di inserire nel vocabolario 😉).
Studiamo attentamente il menù per farci trovare pronti all’arrivo della cameriera.
È un lavoro che rispettiamo tantissimo e quando incontriamo chi lo fa bene, come in questo caso, possiamo solo che ringraziare, perché contribuiscono a rendere unica la nostra esperienza.
Partiamo con l’ordinazione.
Come antipasto prendiamo un Baccalà mantecato con olio evo e Lumache trifolate con polentina morbida.
Come primi prendiamo delle Linguine alla Fede (cappesante e code di gambero) e degli Gnocchi di tarassaco con crema di ragù bianco e pesto di pomodoro.
Decidiamo di prendere solo un secondo e la scelta ricade sullo Stinco di maiale con purè e Kren grattugiato, con un’aggiunta di Patate al forno.
La cameriera ci chiede cosa desideriamo da bere e dopo aver ordinato dell’acqua, le chiediamo di illustrarci i loro vini. Decidiamo, anche grazie al suo consiglio, di iniziare con 2 calici di Cabernet Franc di Gigante.
Ordinazione effettuata, la cameriera si allontana sorridendo e noi iniziamo a pregustare la cena.
Come prima cosa ci viene servito il vino, ma prima ce lo fa assaggiare per verificare che sia di nostro gradimento. E lo è! Iniziamo a degustare.
È un vino fresco e rotondo, di un bel rosso rubino. Molto godibile.
Arrivano gli antipasti.


Il piatto con le lumache a prima vista è molto bello ed elegante, nella sua semplicità. La cottura delle lumache è ottima, la salsa di un verde acceso che le accompagna ne attenua la mineralità rendendole ancora più delicate. La polentina morbida su cui sono posate le avvolge come una coperta e le mantiene calde e al palato le rende vellutate. Dobbiamo dire un piatto veramente buono.
Quattro meravigliose pepite (e non uso questo termine a caso) di baccalà bianco latte, accompagnate da tre piccoli panetti tondi dorati, morbidi e caldi che sembrano appena usciti dal forno della nonna. Uno è già tagliato a metà, non resisto e spalmo subito le due parti con il baccalà e le addento felice come una bimba.
Il pane tiepido e la consistenza perfetta del baccalà fresco si sciolgono in bocca e sono musica per le mie papille. Le papille sono in festa, come i prati sono in fiore.
Gli antipasti finiscono velocemente, e giunge il momento dei primi.


Arrivano le linguine alla Fede. Visivamente il piatto si presenta ben curato. Il profumo delle cappesante e delle code di gambero si spandono nell’aria. La cottura della pasta è al dente. Il sapore che ogni forchettata sprigiona in bocca è delizioso. Senti la delicatezza del pesce e la sua dolcezza. Se possiamo dare un suggerimento, ci fosse stata una cappasanta o una coda di gambero intera a guarnire il tutto, il piatto sarebbe stato più che perfetto.
Gli gnocchi al tarassaco sono gnocchi (ma dai? Chi l’avrebbe mai detto 😄) che hanno nell’impasto il tarassaco una pianta dalle proprietà depurative e antinfiammatorie e fortemente caratterizzata da un gusto amaro. E così è.
Il colore verde intenso, il ragout di carne bianca e le gocce di pomodoro rosso conferiscono al piatto un certo non so che di patriottico.
Una cosa che ho molto apprezzato, e che ha reso il piatto più leggero, è stato che non c’era il classico e in genere per me eccessivo, quantitativo di burro fuso.
Con la fine dei primi termina anche il vino e questa volta ordiniamo due calici di Schiopettino di Ermacora. Un vino dal colore rosso violaceo, intenso e dal gusto deciso. Secondo noi si sposa molto bene con lo stinco che abbiamo condiviso a guisa di “due cuori e uno stinco 😉.
È arrivato il momento delllo Stinco.


Lo stinco di maiale si fa precedere dal profumo pungente del Kren che si intensifica man mano che la cameriera si avvicina e posa il piatto sul tavolo.
Lo hai mai assaggiato il Kren o rafano che dir si voglia?
Conosci l’effetto che fa nel naso?
Lo stinco è accompagnato da un purè delicato e da una salsa che ne accentua il gusto e rende succosa la carne. La cottura è perfetta, tenera e si scioglie in bocca rilasciando una dolcezza che va a fare da contrasto al Kren.
All’interno ci sembra ci siano delle bacche di pepe rosa che rilasciano una nota speziata alla carne che ci lascia piacevolmente sorpresi. Un’ esplosione di sapori morbidi e gustosi: ottimo. Peccato averne preso solo uno.
Al momento del dolce “saremmo” più che sazi e soddisfatti. Abbiamo, tuttavia, intravisto dei dolci serviti agli altri tavoli e ingolositi dall’aspetto decidiamo (ahia!) di dare solo un’occhiata alla lista dei dolci. E zac! Lì, ad attenderci alla prima riga lui: il Tortino di mele con noci con crema alla cannella. Mancava solo il sottotitolo “prendimi e non te ne pentirai”. Prendiamo un tortino da condividere.
E se vi dico un caffè? Ci chiede la cameriera con un gran sorriso. Noi rispondiamo sì, grazie uno.
Il momento del tortino e del caffè.
Un tortino che solo il profumo ti riporta all’infanzia, a quando la mamma preparava la torta alle mele ed era una festa. Una delizia morbida, impreziosita con pezzi di noci e con una crema delicata al gusto di cannella, e cosparsa con un top al cioccolato, il tutto con una spruzzata di cacao e zucchero a velo. Che connubio! Ogni cucchiaino è la pace dei sensi.

Quanto abbiamo speso All’Antica Maddalena? Il conto è stato di euro 80,00.
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Se vai al locale fai sapere al gestore che hai letto la nostra food experience.