“C’era una volta un Piron dal Re
seduto sul sofà
che disse alla sua serva “cucinami qualcosa”.
La serva apparecchiò.
C’era una volta un Re…”
“Erika ma sei proprio sicura che fosse così la filastrocca?”
Uhm…forse no, ma ho usato la licenza poetica. Credimi ne vale la pena perché così la storia è più bella e, soprattutto, più buona.
Dai vieni con noi, andiamo a corte al cospetto del Re per diventare protagonisti, per una sera, di una splendida fiaba moderna tra sapori e profumi friulani.
Allora prendi il piron e seguici. 😉
Cos’è il piron? È la traduzione letterale friulana della forchetta.
Protagonista di questa storia è l’Osteria Il Piron dal Re, geolocalizzata in Via Palmanova 5 in piazza a Zompicchia (UD) piccola frazione di Codroipo.
Siamo nel cuore del Medio Friuli a una ventina di km da Udine e a circa 3 km dalla stupenda location di Villa Manin di Passariano.
Attori protagonisti: Christian, lo chef Matteo e il cameriere molto simpatico e gentile.
Attori non protagonisti: Kris, Erika e il piron.
La (s)cena, si svolge in una accogliente sala di questa osteria che richiama alla tradizione tipica friulana, rustica ma curata nei dettagli.
Le pareti sono bianche fino a metà e poi ricoperte da perlinato di legno scuro. Il contrasto tra il chiaro e lo scuro conferisce un’ atmosfera tipica delle osterie friulane.
A illuminare, con una luce calda, la scena, ci sono delle originali lampade fatte con barattoli di vetro; alle pareti tipici arnesi da cucina in rame, una piccola libreria con testi di cucina e delle bottiglie di vino. I tavoli sono apparecchiati con delle tovaglie di un bel cotone bianco.

Siamo pronti per iniziare a leggere il copione e Christian ci offre delle bollicine di Ribolla gialla spumantizzata che Kris accetta subito e io rifiuto a malincuore, spiegando la ragione. Christian mi consiglia di provarlo, perché, mi dice, è molto buona e non mi farà venire l’emicrania. Mi convince, mi fido e decido di provarlo. Del resto, si sa, si recita molto meglio degustando una buona e allegra bollicina 😉.

Si alza il sipario e va in scena lo spettacolo.
Come benvenuto ci viene offerta una piccola entree composta da una deliziosa Spuma di ricotta e sclopit, (in italiano meglio conosciuta come silene), servita su una sfoglia croccante dalla forma triangolare.

Il copione è all’apparenza semplice: 5 pietanze tra cui scegliere per l’antipasto, i primi e i secondi e i dessert. La scelta tuttavia è complessa, perché sono tutte portate molto interessanti, con materie prime sfiziose e invitanti e con sapori e profumi della tradizione friulana reinterpretati e impreziositi dallo chef.
Tra un sorso di bollicine e l’altro riusciamo a decidere e, con la voce impostata, dico la mia prima battuta per gli antipasti: Piovre e spargs per la sottoscritta.
“Ottima scelta” risponde il cameriere.
Kris dice la sua: Strichis di totano e cisarons per me.
Qui c’è stata un’ improvvisazione, un cambio di battuta dell’ultimo secondo, perché all’inizio doveva essere Mozzarella tal biroç ossia uno scrigno di pane con mozzarella di bufala, purea di acciughe servita con maionese al prezzemolo.
Questi artisti indecisi…
Come? Cosa? Non hai capito? In effetti non ti abbiamo detto che alcune parole sono in lingua originale, cioè in lingua friulana.
Ma non temere: ti mettiamo i sottotitoli 😉.
Dunque in ordine abbiamo i Tentacoli di polipo, asparagi e carote per me e gli Spaghetti di totano con crema di piselli e corallo al nero di seppia per Kris.
La mia piovra arriva direttamente da “Ventun mila leghe sotto i mari”, me lo ha spiato il cameriere 😀.
E devo dire che è oceanicamente deliziosa.

Il polipo è tenero e saporito; le verdure sono appena scottate e croccanti, con alcune gocce di emulsione alla soia che conferiscono un gusto umami che rende unica l’armonia dei sapori.
Lascio alla voce fuori campo di Kris la descrizione del suo antipasto.
Il piatto quando arriva in tavola sembra un’opera d’arte da quanto è bello; mi piange il cuore distruggere il capolavoro con la forchetta, ma s’ha da fare per il bene dello spettacolo.

La crema di piselli è di un verde brillante, il bianco del totano e il nero del corallo di seppia sono una composizione cromatica affascinante. L’unione in bocca dei tre ingredienti è una cosa che ti lascia senza parole.
Distinguo bene i tre elementi che si alternano, e sono come in balia di una piacevole mareggiata che sposta i sapori da una parte all’altra e poi mi conduce ad acque più tranquille.
Veramente un gran bel e buon piatto.
La seconda battuta è per i Primi piatti: Macarons cul cierv per me e Rafioj riplens di trifule per Kris. Arriva la traduzione, ma prima deliziati lo sguardo con le foto. È un vero peccato che non si possa sentire il profumo.
I miei macarons sono gnocchi conditi col ragù di cervo e una foglia di salvia di decoro, come una penna di Alpino.

Gli gnocchi hanno una consistenza compatta e morbida; sono conditi con un ragù delicato che ha un gusto definito e appetitoso. In questi casi vorrei sempre chiedere un’altra porzione, ma mi rendo conto che alla tavola di un Re non si addice. E poi quando si è in scena è buona la prima e non si ripete. E allora mi trattengo.
Voce fuori campo, puoi darci la traduzione e la descrizione dei Rafioj riplens di trifule?
Io posso dirti che hanno un profumo di tartufo da inebriare i sensi.
I Rafioj sono dei tortellini di pasta fresca ripieni al tartufo nero estivo e crema di formadi frant; si fanno annunciare dall’inconfondibile profumo del tartufo. Non appena il cameriere appoggia il piatto sul tavolo mi guarda e vede che lo sto già divorando con gli occhi e mi consiglia di non mangiare anche il fiore al centro del piatto 😀.

L’uso del tartufo in questo piatto è usato con moderazione senza che predomini sugli altri sapori. Il bel colore giallo della pasta dei tortellini è sinonimo di produzione casalinga. Il Formadi frant, formaggio tipico friulano dal gusto intenso, è dosato in modo da non coprire gli altri sapori e mantenendo comunque la sua piccantezza. Devo dire che è un piatto buonissimo.
A stento concedo un mezzo tortellino ad Erika barattandolo con una forchettata dei suoi gnocchi.
Chiristian, per accompagnare queste pietanze, ci consiglia il vino rosso biologico della casa del Piron dal Re: l’unione di merlot, cabernet e refosco. Accettiamo molto volentieri il suggerimento, anche perché con le bollicine ha avuto ragione e il mal di testa non si è visto.
Il vino ha un colore rosso vivo, ben strutturato che lascia in bocca un sapore deciso ma non coprente. Accompagnato ai primi a base di tartufo è una scelta azzeccata.
E anche questa volta abbiamo fatto bene a fidarci.
Applausi.
Decidiamo di aggiungere un fuori programma allo spettacolo: un secondo da condividere nella figura di un Smursiei di purcit e trifule, meglio conosciuta come guancetta di maiale condita con salsa al tartufo nero estivo e per contorno una dadolata di verdura affumicata.

La carne è così tenera che non serve nemmeno il coltello per tagliarla, basta il piron. 😉
L’inconfondibile aroma di tartufo e il gusto dolce e leggermente affumicato delle zucchine, delle carote e dei peperoni completano la pietanza.
Con la carne, sempre su consiglio di Christian, ordiniamo ancora un calice dello stesso vino.
Kris mi guarda, guarda il purcit, mi riguarda… ok ho capito, te lo faccio assaggiare.
Che ne pensi?
Penso che l’assaggio che mi hai dato è troppo poco e non mi permette di dare una valutazione precisa. È meglio se ne assaggio ancora un pezzetto 😀.
Dal secondo boccone concordo con te sulla bontà delle guancette, forse con un terzo e un quarto assaggio potrei essere più preciso 😀.
No, Kris non ci casco. Se vuoi, puoi ordinare il dolce.
Arriviamo così alle battute conclusive con Kris che ordina un Duetto di bignè al pistacchio e cioccolato. Il cioccolato è per Kris, il pistacchio e le meringhette che accompagnano i due bignè sono per me. Questo sì che è un dolce lieto fine.

E si conclude così, con una crema di liquirizia e con un Calvados il nostro spettacolo.
La liquirizia è così buona che sembra di masticare una radice di liquirizia. Se hai avuto modo di provarla sai cosa intendo: è speciale.
Si chiude il sipario sulla fiaba del Piron dal Re e partono gli applausi.
I fatti e i personaggi si basano su una storia realmente accaduta e nessun piatto è stato maltrattato.
Special Thanks to:
Christian per i suggerimenti sul vino, lo chef Matteo per aver reso speciali questi piatti rivisitando con sapienza e maestria i sapori e i profumi friulani e il cameriere che ha reso la serata ancora più piacevole allietandoci con la sua simpatia e professionalità.
Quanto abbiamo speso per la partecipazione all’Osteria il Piron dal Re? Comprensivo di acqua e vino, il conto è stato di 88,00 euro.
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Se vai al locale fai sapere al gestore che hai letto la nostra food experience.
Iris Della Savia
Sembra davvero di poter assaporare i piatti solo con il vostro bellissimo racconto! Bravi davvero!
Il Conto per Favore
Ti ringraziamo molto per il tuo commento.
Continua a seguirici. 😁
Saluti
Kris e Erika