Sardegna e Friuli a cena con lo Zafferano.
Metti una sera a cena con due interpreti di eccezione: uno chef sardo, Massimo, e uno friulano, Ramon, e con protagonista una spezia unica, lo Zafferano. Ed eccoti servita la speciale #foodexperience di questa settimana.
Se ci concedi due minuti del tuo tempo, ti guidiamo in questo viaggio culinario tra due bellissime regioni, la Sardegna e il Friuli, unite per celebrare lo Zafferano.
Allaccia il tovagliolo e accendi le posate 😉: si parte.
Alla guida noi, Erika e Kris.
La location è speciale di per sé: ci troviamo presso “La Nicchia” in via Gemona 15/A, luogo storico in quella che fu la casa di un famoso architetto Giovanni da Udine, e che oggi è diventato un vero e proprio punto di riferimento a Udine per chi ama la buona cucina sarda.
Massimo e Silvia, i proprietari di questo ristorante, sono due ragazzi che amano le loro origini (sardo lui e friulana lei); bravi nel loro lavoro, pieni di passione ed entusiasmo, che trasmettono a tutti coloro che hanno il piacere di essere loro ospiti.
Ad accompagnarli in questa occasione, Ramon Gigante, chef della storica trattoria “Al Grop” di Tavagnacco.
Ad unire l’anima sarda con quella friulana ci ha pensato lo Zafferano Oro del Natisone dell’Azienda Agricola Fiore del Natisone di Andrea Tanda.
Lo Zafferano è una spezia dalla storia antica e bellissima. Il suo inconfondibile profumo, il gusto unico e il caratteristico colore giallo, bello come il sole, gli fanno guadagnare il titolo di Oro del Natisone.
Massimo e Ramon hanno ideato e creato tutto il menu in funzione di questo ingrediente e il risultato sono state sette opere culinarie, che andiamo a presentarti.
Ogni piatto della serata è accompagnato e valorizzato dall’abbinamento perfetto di vini, friulani e sardi, sapientemente scelti da Silvia.
Il viaggio inizia con un calice di Vernaccia delle cantine Contini: un bianco dal colore delicato e dal gusto piacevolmente frizzantino.
Alla prima fermata, incontriamo gli antipasti.
Cono di pane Carasau con baccalà mantecato: una delizia a forma di gelato, ripieno di una crema di baccalà speziato allo zafferano. Il soave “croc” del pane da musica (un altro nome con cui è conosciuto il pane carasau) che si sprigiona ad ogni morso è accompagnato da un “che bontà”.

Spumetta di Ricotta Mùstia una mousse dalla consistenza leggera, spumosa, di un bel colore giallo chiaro; in cima una fogliolina di mentuccia ad esaltare la freschezza della ricotta, e dei veli di polentina croccante per accompagnare la crema. Ogni cucchiaio è una gioia per il palato.

Polentina morbida con ragù di coniglio dei piccoli, teneri e squisiti pezzettini di carne di coniglio su un letto di polenta, così delicata e morbida da confonderla quasi con un purè. A contorno delle sottili cialde di riso, croccanti e leggere. Il coniglio ruspante si sposa deliziosamente con la polenta, che ne esalta la consistenza e la sapidità.

E se fin qui la serata è già un tripudio di profumi, colori, con una predominanza del giallo 😉 e sapori, molto altro ci attende.
Tra una sosta e l’altra, Massimo e Ramon sbucano dalla cucina per raccontarci il piatto e per assincerarsi che sia tutto di nostro gradimento.
E come potrebbe essere altrimenti?
Questi piatti sono veri e propri viaggi esperenziali.
L’applauso di tutta la sala scatta spontaneo alla fine di ogni descrizione, perché gli chef sono degli artisti.
E quindi un applauso a Massimo e Ramon, senza dimenticare Silvia, Andrea, Laura e tutto lo staff della Nicchia.
Il viaggio prosegue con la seconda tappa, che vede protagonisti i primi.
Filindeu in brodo di pecora e pecorino: in questo piatto c’è l’essenza della Sardegna. Il brodo è preparato con la carne di pecora che gli conferisce un sapore intenso, a cui si aggiunge una pasta tipica della zona del nuorese chiamata Filindeu (o fili di Dio): fatta con un impasto di semola di grano duro che viene tirato a mano 8 volte fino a formare dei sottilissimi fili sovrapposti in tre strati, incrociati e messi ad essiccare. Il brodo abbraccia la pasta e si lega con il pecorino. Lo zafferano fornisce una spinta in più al piatto.

Cjarsons di patata e carciofi: per questa serata sono stati magnificamente rivisitati dallo chef Ramon. La pasta fresca di patate, morbida e con un intenso sapore di zafferano, è condita con burro fuso e gocce di pomodorino di Pachino confit, per conferire al piatto delle note dal gusto dolce. Un piatto leggero e allo stesso tempo complesso nei sapori.

In abbinata a queste due pietanze Silvia ha scelto un Merlot vigne Zamò 2016: un vino rosso, colore rubino scuro, dal gusto pieno, morbido e armonico. Perfetto.
La terza tappa del viaggio, vede come protagonisti i secondi.
Rosa di Gorizia, una varietà di radicchio rosso presidio Slow Food, condito con cicciole croccanti di Speck di San Daniele e pecorino fresco. Un piatto leggero e allo stesso tempo completo che aiuta a pulire il palato.

Lombatina di Agnello marinato con lo zafferano sottovuoto e cotto a bassa temperatura e accompagnata da una salsa ottenuta dal sughetto di cottura. Il profumo di agnello è inconfondibile e la carne è incredibilmente tenera; si scioglie in bocca e ha un bel colore rosa. La riduzione e lo zafferano conferiscono al piatto un sapore che deciso e al contempo delicato. Il piatto è impreziosito da piccole meringhe di purè di patate.

In abbinata a queste due pietanze Silvia ha scelto un uvaggio 100|Kent’annos Mandrolisais.
Siamo giunti quasi alla destinazione, satolli e felici. 😊
Parafrasando una canzone di Grignani, “un viaggio ha senso solo senza ritorno se non in volo” e, aggiungiamo, se si conclude con il dolce 😊.
Ricotta di pecora, miele di cardo e biscotto Corbula tipico della Sardegna. Il gusto della ricotta si sposa benissimo con il sapore caratteristico e deciso del miele di cardo, e le gocce di colore ambrato risaltano sulla crema di ricotta unita allo zafferano. Il biscotto è deliziosamente croccante e reso granuloso dalle nocciole.

Gelato artigianale di mela Julia e zafferano è perfetto per chiudere in bellezza questa cena unica. Due quenelle bellissime anche solo da guardare, e che al gusto risultano ancora più perfette: ogni cucchiaiata è un piacere per le papille; sembra quasi un sorbetto delicato, che rinfresca e solleva il palato fino all’estasi.

Ultima fermata, prima di giungere a destinazione il Mirto offerto dalla Nicchia.
L’unione dell’anima sarda con quella friulana ha dato vita a una bella serata a base di piatti allo zafferano indimenticabili.
Quanto abbiamo speso alla Nicchia? Il conto del menù proposto comprensivo di acqua e vino è stato di euro 55,00.
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