Metti un week end fuori porta per servirti la nuova food experience.

Questa settimana ti portiamo in Emilia-Romagna, più precisamente a Modena.

Il motivo principale che ci ha portato in trasferta è un appuntamento, domenica, in quel di Bologna. Così ne abbiamo approfittato per visitare una nuova splendida città che ci mancava all’appello: Modena, appunto.

In un gioco di rapide associazioni mentali, la città ci porta alla mente la musica e il buon cibo, come tutta l’Emilia-Romagna del resto. E ci piace! Se ci pensi gli artisti provenienti da questa regione sono tantissimi. Sarà, forse, merito del cibo e del vino? Secondo noi, una correlazione c’è. 😁

Per questa prima volta a Modena, abbiamo scelto di concentrarci su un percorso culinario, alla scoperta di posti gustosi. Abbiamo ammirato solo dall’esterno i suoi numerosi monumenti e musei, ripromettendoci di tornare al più presto per visitarli per bene. Del resto il tempo è volato, come accade quando si sta bene in un posto e si vivono delle esperienze uniche.

Allaccia il tovagliolo, accendi le posate 😉 che si parte. Ti portiamo alla scoperta di due posticini incredibilmente speciali che, se sei dalle parti di Modena, ti consigliamo di visitare.

La prima tappa culinaria imperdibile è Il Fantino.

Passeggiamo con l’unico intento di perlustrare la città e arriviamo davanti ad un locale che ci ispira. Proviamo a chiedere se c’è posto per due.

Alla domanda del cameriere: “Avete prenotato?” e al nostro “ehm…no”, siamo pronti ad incassare “un mi dispiace, siamo pieni”; invece molto cortesemente e con cordiale sorriso, ci indica un tavolo alla sua sinistra e ci chiede “Vi va bene, qui?” “Perfetto!” Cosa vuoi di più dalla vita? Un Nocino! 😁

Siamo a Il Fantino, una trattoria geolocalizzata in via Donzi, 7 in pieno centro a Modena. Un posto che ci rapisce subito per l’autenticità e l’allegria che trasuda dalle pareti e dall’atmosfera che ci circonda.

Prendiamo posto e ci raggiunge subito la cameriera, che ci chiede cosa gradiamo da bere. Questa risposta la sappiamo 😉 e la pronunciamo senza esitazioni; come quando a scuola durante l’interrogazione pensavi “questa la so”: acqua e Lambrusco!

Dopo una veloce occhiata al menù decidiamo di ordinare un antipasto classico composto da tigelle e gnocco fritto che vengono accompagnati da una ciotola ripiena di pesto modenese, in sintesi lardo (sì, per dirla alla sud(icia) proprio “sugna” pura 😉), stracchino e affettati misti.

Mentre aspettiamo gli antipasti sorseggiamo Lambrusco fantasticando su quello che ci deve arrivare. La cameriera porta in tavola le tigelle, lo gnocco fritto, l’affettato, lo stracchino e la ciotola con il lardo.

Sul tavolo c’è anche una ciotola con del Parmigiano Reggiano grattuggiato che noi pensiamo serva per i primi, ma non solo.

La cameriera ci chiede se conosciamo la giusta tecnica per mangiare il lardo. Siamo foresti e si capisce forse dal fatto che ci guardiamo in giro, con lo sguardo di bimbi felici e al contempo intenti a perlustrare il parco giochi in cui si trovano. Ci spiega quello che per noi diventa il “rito della tigella e dello gnocco fritto”.

La tigella è tagliata a metà e dev’essere farcita con il lardo e il Parmigiano Reggiano. Con religioso silenzio procediamo al riempimento della tigella e l’unica cosa che Cris riesce a dire è: spettacolo. E guardandolo bene, noto che, per una frazione di secondo, l’iride da tonda si è trasformata in un maialino 🐷.

Il sapore del lardo, che si scioglie a contatto con la tigella calda, e l’aggiunta del Parmigiano Reggiano rendono questo antipasto una delle cose più buone che abbiamo mai assaggiato, un tripudio di sapori.

Tigella
Tigella
Pesto modenese Il Fantino
Pesto modenese Il Fantino
Anche la farcitura con lo stracchino è un connubio delizioso. Perdinci “che mondo sarebbe senza tigella?” 😄
Stracchino
Stracchino

Lo gnocco fritto è bello rigonfio e caldo e deve essere schiacciato e farcito con l’affettato. La mortadella, il salame, il crudo si sposano benissimo con lo gnocco, che ne accentua il sapore e la sapidità. Il tutto viene accompagnato da un buon bicchiere di Lambrusco.

Gnocco fritto
Gnocco fritto
Affettati
Affettati
Saremmo anche già sazi e più che soddisfatti.

Ma, presi dall’entusiasmo inconsapevole dei principianti, abbiamo ordinato anche due primi, leggerini 😉: tortelli burro e salvia e tagliatelle con sugo di spinaci e salsiccia (il piatto del giorno).

E vuoi non assaggiare tortelli e tagliatelle? Sarebbe come venire in Friuli e non mangiare il frico; te lo diciamo: non si fa, no! no! no! 😄Non è ammesso dalla Costituzione.

I tortelli sono grandi e di un bel giallo solare, intenso e manco a dirlo sono fatti in casa; si sente la genuinità dell’impasto, del ripieno abbondante di ricotta che è un’esplosione di morbidi sapori.

Tortelli
Tortelli

Le tagliatelle, anche queste fatte in casa, abbracciano amorevolmente il sugo di salsiccia, mentre l’aggiunta degli spinaci riesce a rinfrescare il palato dalla grassezza della salsiccia. Un buon abbinamento, forse non classico, e ci piace.

Tagliatelle
Tagliatelle

Il lambruschino, che ormai è nostro amico, annaffia questi piatti genuini e deliziosi, e va giù che è un piacere.

Chiediamo il caffè e un digestivo. “A quello pensiamo noi” ci ammicca la cameriera e ci porta una bottiglia di Nocino il Mallo, un liquore delizioso tipico della tradizione modenese.

Per fortuna non dobbiamo guidare 😅; ci tratteniamo dal bere l’intera bottiglia di questo nettare nero, solo perchè vorremmo visitare, con un minimo di capacità di intendere e di volere, la città.

Quanto abbiamo speso al Fantino a Modena? Comprensivo di acqua, vino, caffè e Nocino il conto è stato di 44 euro.

La giornata è bellissima e passeggiamo per la città godendoci “Modena in fiore”: le via sono invase da fiori e stand di prodotti artigianali. Sembra un appuntamento molto sentito, perchè c’è davvero moltissima gente che passeggia godendosi l’atmosfera di festa.

Una visita allo storico mercato coperto “Albinelli” è d’obbligo: lo conosciamo di fama e vogliamo vederlo. Il mercato, una struttura molto interessante con al centro la bellissima fontana della fanciulla con cesto di frutta, è stato inaugurato nel 1931, ed è ancora oggi un luogo “di incontri e di sapori, custode dei valori più genuini della cultura e della cucina dei modenesi”.

Per noi è come essere al lunapark: suoni, colori, profumi tutto ci mette di buon umore.

I mercati sono i cuori pulsanti delle città e fanno capire tante cose di un luogo.

Proseguiamo il nostro tour ammirando Piazza Grande, il Duomo con la torre della Ghirlandina, il Palazzo comunale che è anche sede dell’Acetaia comunale, il Palazzo Ducale sede dell’Accademia Militare e ci perdiamo nei vicoli e vicoletti e sogniamo davanti alla vetrina della storica pasticceria San Biagio.

Pasticceria
Pasticceria

La seconda tappa culinaria da non perdere assolutamente è da Ermes.

Si intuisce subito che questo è un luogo Speciale (con la S maiuscola). Lo si capisce dalle persone che attendono pazientemente sul marciapiede il loro turno per entrare nel locale, come se si trattasse di un luogo sacro. Ci troviamo presso l’ Osteria da Ermes in Via Ganaceto, 89.

L’osteria è piccolina, casalinga e si respira un’atmosfera unica, di altri tempi.

Condividiamo il tavolo con una coppia di simpatici ragazzi modenesi.
È davvero un’esperienza divertente, a cui non siamo avezzi; ci piace assai, forse aiutati anche dall’ “effetto collaterale” del Lambrusco: la loquacità.😊

E, infatti, una bottiglia di Lambrusco di Sorbara non può mancare sul tavolo; in “lambrusco veritas” sul nostro tavolo le bottiglie transitate alla fine sono state 2 che abbiamo condiviso, conversando piacevolmente con i nostri nuovi amici modenesi.

Il personale è super, si muove con velocità e leggerezza tra lo spazio dei tavoli, elargendo sorrisi e simpatia a tutti i commensali. Sembra di essere arrivati a una grande festa di paese, dove ci si conosce tutti.

Alle pareti ci sono ritagli di giornale e quadri che fanno capire che questo è un punto di riferimento della cucina modenese. Il Sig. Ermes è un personaggio famoso, insomma, e a ragion veduta.

Appena seduti ci portano un piatto di affettati (coppa di testa e salame): prodotti locali, entrambi molto buoni.

Affettati
Affettati

Il menù è vocale: è la cameriera che ti enuncia i piatti del giorno. L’ordinazione la scegliamo tra due primi, tagliatelle al ragù o tortellini in brodo; fino a pochi istanti prima c’erano anche i tortellini in brodo coi fegatini ma sono finiti con l’ordinazione del tavolo vicino. Fortunello il signore che se li è aggiudicati. 😁

Tra i secondi possiamo scegliere tra: polpette, scaloppine, guance di maiale brasato e zampone. I contorni: verdura fresca, patate lesse, zucchine e peperoni.

Decidiamo di prendere le tagliatelle, le scaloppine e le polpette.

Le tagliatelle al ragù sono rigorosamente fatte a mano e sono condite con abbondante sugo, buonissimo che ti ricorda quello della nonna. Sembra di essere al pranzo domenicale dai nonni: questo è cibo per l’anima.

Tagliatelle
Tagliatelle

Le scaloppine all’aceto balsamico di Modena e le polpette con contorno di piselli sono un secondo genuino e appagante.

Le fettine di carne sono tenerissime, si sciolgono in bocca e l’acidità dell’aceto le rende un qualche cosa di emozionante: una festa per il palato.

Scaloppine
Scaloppine

L’aceto balsamico IGP è una specialità da provare assolutamente, e si sposa molto bene con la carne. Secondo noi, l’aceto balsamico is the new black: sta benissimo con tutto. 😊

Le polpette al sugo con i piselli sono fantastiche: un piatto semplice, che conquista il palato e ti fa venir voglia di chiedere il bis e anche il tris.

Polpette
Polpette

Per concludere in bellezza non può mancare, oltre al caffè e a una fetta di torta, il mitico Nocino.

La cucina dell’Osteria da Ermes e della moglie Bruna che è operativa ai fornelli, è semplice, diretta e genuina. Si sente l’amore e questo secondo noi è l’ingrediente segreto, che ti fa sentire parte di un vero convivio.

Quanto abbiamo speso? Comprensivo di acqua, vino, caffè, dolce e Nocino e tanta simpatia il conto è stato di 40 euro (prezzo fisso 20 euro a testa e si paga in contanti).
Non fare il gabbiano*…se sei a Modena non perderti l’Osteria da Ermes e Il Fantino.

Per quel che riguarda noi è ufficiale: ci siamo innamorati di questa città e della sua cucina.

*Modo di dire del luogo che significa “non fare lo sciocchino”

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