…al Piron dal Re
Ci sono storie che sono così avvincenti e uniche che non ti stancheresti mai di ascoltarle. E ci sono piatti in grado di regalarti magia e farti sognare ad ogni boccone che non smetteresti mai di assaporare e vorresti conoscerne la ricetta.
Avevamo già avuto il piacere di cenare in questa Osteria e abbiamo voluto ritornarci perché quando le esperienze sono così coinvolgenti desideri ripeterle.
Curioso di scoprire come si fa a vivere un’esperienza culinaria indimenticabile? Eccoti la “ricetta del Piron dal Re”. 😉
Prendi Chef Matteo che, nonostante la giovane età, si è formato nelle cucine del Cipriani di Venezia. Da qui è partita la sua avventura che lo ha portato in giro per il mondo come ambasciatore della cucina italiana; aggiungi Christian il socio preparato, appassionato ed esperto di vini, cresciuto anche lui nella fucina dello stesso ristorante veneziano; mescola bene insieme e amalgama il tutto con l’aggiunta di Claudio, il cameriere dal sorriso e dalla battuta sempre pronta, che li unisce alla corte del Piron dal Re. Questi sono gli ingredienti per ottenere il menù unico e soave del Piron dal Re.
Tutto chiaro?
Vieni con noi, scalda il Piron e allaccia il tovagliolo che ti raccontiamo un’esperienza degna di un Re 😊.
L’Osteria Il Piron dal Re è geolocalizzata in Via Palmanova, 5 in piazza a Zompicchia di Codroipo, a due passi dalla splendida Villa Manin di Passariano.
Mentre il navigatore ti conduce verso il Piron dal Re, ti consigliamo di fare una sosta a Ca’ dei Angeli. Da qualche mese, infatti, Christian e Matteo sono i nuovi propietari del locale. Qui, in una suggestiva location storica, caratterizzata da un arredamento in legno massiccio e ferro battuto e da un suggestivo pavimento in stile veneziano, si possono degustare ottimi vini locali accompagnati da crostoni e piatti realizzati con prodotti del territorio.


Noi abbiamo assaggiato una ribolla di Cabert e un Rosso della Casa Piron dal Re accompagnati da due crostoni con baccalà mantecato e guanciale al pepe.
E poi? Poi prosegui solo per circa 3 km in direzione Zompicchia e ti concedi una bellissima esperienza culinaria al Piron del Re. Non te ne pentirai.
Il Piron è un nome simpatico, originale che racchiude in sé la tradizione e la regalità espresse in ogni singola portata.
L’accogliente sala di questa osteria richiama all’atmosfera tipica delle osterie friulane, rustica ma al contempo curata nei minimi dettagli: con i tipici arnesi da cucina in rame e le bottiglie di vino esposte sulle pareti bianche.
Cosa si mangia al Piron dal Re?
Il menù cambia a seconda della stagionalità e delle materie prime del territorio disponibili, a cui lo Chef Matteo presta molta attenzione; in questo viene affiancato da Soplaya che fornisce quotidianamente ingredienti freschi, genuini e di qualità direttamente dal produttore allo chef.
In questo periodo, a farla da protagonista, trovi la zucca e i funghi.
La nota di apertura della nostra serata c’è la da’ una bollicina di 36 mesi della cantina Pittaro. Un universo scoppiettante di bollicine dorate racchiuse in un bicchiere e che, oltre a galvanizzare lo sguardo, conquista il palato e te ne innamori in un istante.

Claudio, il simpatico cameriere, come un perfetto padrone di casa ci mette subito a nostro agio e ci porta un entrée di benvenuto: una crema di lenticchie con un ciuffo di germogli di barbabietola, che specifica non essere i suoi capelli 😊.

Questa piccola chicca culinaria accende il palato e lo predispone per i prossimi piatti.
Come antipasto io prendo una “Creme di coce Hokkaido e biscòt” che tradotto è un cremoso di zucca di Hokkaido accompagnato da un biscotto aromatizzato al finocchio selvatico.
Ma come? Non hai detto che ci sono ingredienti locali? La Zucca di Hokkaido sembra tanto giapponese.
Sembra! E invece è di Gorizia! L’avresti mai detto?

Tre biscotti a forma di piramidi di un intenso colore rosso, si poggiano su una crema di zucca. Ad esaltarne la dolcezza una punta di cannella e delle chicche di semi di zucca ricoperte di cioccolato fondente: un gusto delicato e cremoso che si scioglie in bocca.
Kris delizia il suo palato con “Sardons, bufale e articjocs”, una bufala friulana accompagnata da acciughe del Cantabrico, carciofi, pomodori secchi e un pesto di basilico ad unire il tutto.
E l’acciuga spagnola? Beh, l’uomo non osi separare ciò che lo Chef Matteo ha unito.

“Mi fai assaggiare il tuo antipasto”?
Contrattiamo uno scambio alla pari, anche se Kris è un po’ restio a cedermi il suo.
Mi guarda, guarda il suo piatto e poi, come al solito, con riluttanza mi concede un assaggio. E nel momento in cui lo assaporo capisco il perchè.
L’acciuga si sposa benissimo con la mozzarella e, credimi, non è una bufala qualsiasi, bensì di Aviano. La dolcezza della mozzarella va a stemperare la sapidità dell’acciuga e con la nota fresca di basilico è subito amore.
Come primo prendiamo un “Ris e trute di Sterp” ossia un risotto di trota di Sterpo con riduzione di Friulano, mantecato all’olio di sesamo e con caviale di trota. Cambierei il nome: da Risotto a Risdieci e lode.
È cremoso, delicato e avvolge il palato con la sua grassezza. Le perle di caviale esplodono in bocca come piccole gocce di piacere salate e con lieve acidità.

Per farti capire: Kris, al contrario di me, non è un appassionato di risotti, ma questo non ha fatto in tempo ad arrivare in tavola che subito, come per magia, è svanito. Ho visto una luce nei suoi occhi che non avevo mai visto per un risotto 😊.
“Vuoi dirci qualcosa sul risotto con la trota?”
“Solo una parola: è fantastico. Ne posso avere da portar via?”
“Trattieniti che dobbiamo ancora mangiare i secondi.”
“Ah sì, i secondi giusto.”
Io mi tuffo sui “Gjambars intal nid” alias Gamberi argentini avvolti in pasta Kataifi su un letto di purè di patate viola. La mia dolce metà, invece, sceglie “Pet di raze al mel” ossia petto d’anatra laccata al miele e caffè.
Christian, scherzosamente, ci dice che l’anatra è freschissima, talmente fresca che è arrivata puntuale per la cena. E come abbinamento ci consiglia un merlot di Antonutti: un vino rosso che aiuta a sgrassare la bocca dal gusto intenso della carne di anatra.

Gli ingredienti di qualità sono essenziali per la buona riuscita di un piatto, ma da soli non bastano. Per far vivere un’esperienza unica ci vogliono anche mani sapienti che abbiano una profonda conoscenza della tecnica; e ancora, professionalità, passione, ricerca, voglia di scoprire e di sperimentare. Un piatto è un’ opera d’ arte e come in tutti gli atti creativi il quid è dato dalla personalità di chi crea e mette in scena. E al Piron dal Re c’è una crew capace di creare emozioni dentro e fuori al piatto.
Matteo, lo Chef, ci confida che quando cucina è come se stesse preparando un piatto per una persona a lui molto cara. Le attenzioni di Christian e Claudio nel consigliarti e nel servizio impeccabile in sala, poi, fanno il resto: ti fanno sentire importante e coccolato.
Claudio e Christian escono dalla cucina portandoci “in dono” i secondi.
Dopo averlo intinto nella salsina di riduzione di soia leggermente piccante, do un morso al gambero avvolto nella pasta Kataifi croccante e dorata e… C’è il bite come direbbe un noto Chef. Mi emoziono.

Cerco di non farmi notare da Kris perché temo che, se intuisce quanto sono deliziosi, ne voglia assaggiare uno.
Lui è intento a tagliare un bocconcino della sua anatra, che è accompagnata da una pallina di polenta bianca e da una colorata dadolata di verdure saltate.

Fingo una certa calma e gli chiedo: “Com’è la tua anatra? Buona?”
Anche lui mi sembra senza parole.
“La cottura è perfetta, la pelle è croccante la laccatura al miele e la nota di caffè conferiscono quella dolcezza che ammorbidisce la nota ferrosa della carne. Il vino rosso, poi, si accompagna alla perfezione.”
Grazie Christian per l’abbinamento del vino.
“Cosa vuoi di più?”
“Un altro calice di merlot 😉”
“E i tuoi gamberi come sono?”
Oh no, me l’ha chiesto! E ora che faccio? Mento o dico la verità? Mento sapendo di mentire (cit.).
“Insomma…” Non so mentire.
“Fammi assaggiare.”
“Devo proprio? Okay.”
È un sacrificio cederli e lasciarli andare.
Sono così deliziosi che ho mangiato tutto, anche la coda. E ne vorrei ancora.
Contegno, please. Non facciamoci riconoscere.
L’unico modo per poter dimenticare i gamberi, è di pensare alla portata successiva e allora mi concentro sul dolce.
Siamo molto indecisi, ci facciamo consigliare, e prendiamo un “Minestrone di frutta gelata con brodo al basilico” per me e un “Napoleone di crema alla nocciola con cialda croccante al cacao” per Kris. Qui non serve la traduzione.
Il minestrone è una macedonia di frutta congelata tagliata a piccoli pezzetti su cui si versa un liquido caldo composto da sciroppo di zucchero e basilico. Si attende 30 secondi e… la magia è fatta. Il caldo e il freddo, come lo yin e lo yang, esaltano il sapore della frutta e creano un dessert semplice e rinfrescante; un’ esplosione di profumi e un tripudio di bontà.

Napoleone, tra i primi dessert proposti dallo Chef, dopo un breve periodo di “esilio” è ritornato a grande richiesta nel menù. E si capisce il perché: è squisito. Due cialde di biscotto croccante e sottilissimo al cacao racchiudono una delicata crema di nocciole di Rive d’Arcano.

“Kris com’è?”
“Viva Napoleone e viva il Piron dal Re.”
Al termine di questa cena mi rendo conto che si può fare un viaggio attraverso i sapori e i profumi del territorio stando comodamente seduti al tavolo del Piron dal Re, in compagnia di persone speciali come Matteo, Christian e Claudio. E questo davvero non ha prezzo. Grazie!

p.s.
Ehi, lo sai perché Napoleone teneva la mano sul petto? Vuoi saperlo? Chiedilo a Claudio 😉 e dì che ti abbiamo mandato noi.
Per info e prenotazioni 0432 1500855
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